Gattino, socializzazione: come farla e che cosa sapere per farlo crescere bene
La socializzazione è una fase importantissima per il corretto sviluppo del nostro gattino. Scopriamo allora cosa c'è da sapere a riguardo.
Se vi siete ritrovati ad accogliere un gattino in casa vostra avrete probabilmente sentito parlare della socializzazione. Alcune persone tendono a ignorare o sminuire l’importanza di questa fase della sua vita, che in realtà è molto delicata: il suo esito determina infatti il modo in cui il cucciolo saprà interagire con gli altri animali, con gli esseri umani e in generale con l’ambiente che lo circonda nel corso della sua crescita e per tutta l’età adulta.
C’è chi sostiene che non ci sia bisogno di un metodo né tantomeno di una ragione per intervenire sulla corretta socializzazione di un gatto, e si lascia ingannare dai più classici degli stereotipi: sono animali adorabili e tutti li amiamo così come sono, quindi cosa potrebbe mai esserci di sbagliato in quello che fanno? O ancora: i gatti sono animali indipendenti e solitari quando non attivamente asociali ed emotivamente distaccati o persino aggressivi, e nulla di quello che possiamo fare noi può influenzare il loro comportamento o lo sviluppo del loro temperamento.
E se vi dicessimo che sono preconcetti assolutamente errati, e che con una buona socializzazione da cucciolo gli atteggiamenti “asociali” di un gatto adulto si potrebbero evitare? Si tratta di una consapevolezza che sta gradualmente aumentando negli anni, ma sono ancora poche le persone che sanno come fare esattamente a raggiungere questo scopo.
Cosa si intende per socializzazione?
Il mondo è un luogo grande e misterioso per un micio nato da pochissimo tempo e che ha appena cominciato a cercare di capire quale sia il suo posto al suo interno. La vita di un cucciolo è piena di rumori, odori, eventi ed esperienze completamente nuovi: possono esserci esseri umani, altri gattini, gatti adulti, altri animali, oggetti grandi e piccoli, più o meno rumorosi e più o meno in grado di suscitare in lui una vasta gamma di emozioni e reazioni.
Per riuscire a capire il significato e il ruolo di tutto quello che succede e si presenta attorno a lui, nonché per saperlo interpretare ogni volta, gli ci vorrà un po’ di tempo, poiché tutto è nuovo per lui e una tale quantità di novità tutte insieme può provocare una gran confusione in lui, creandogli difficoltà nel gestirle. Questo tempo è appunto il cosiddetto periodo di socializzazione: quello in cui impara, tramite esperienza diretta, a familiarizzare con esperienze, persone, animali e suoni prima di allora sconosciuti.
Questo processo gli permetterà di sviluppare un temperamento positivo nel corso del tempo, nonché di acquisire fiducia in se stesso e farlo sentire al sicuro all’interno dell’ambiente domestico. Un esito negativo, che consiste generalmente in un intervento tardivo o troppo superficiale, può dare origine a paura, nervosismo (come quello di un gattino che si nasconde sempre a ogni rumore), comportamenti distruttivi e aggressivi che nel corso della crescita potranno soltanto consolidarsi, riproponendosi a ogni novità o minimo cambiamento.
Il periodo migliore per la socializzazione
Se avete una gatta con dei cuccioli sarete voi stessi in grado di intuire che i primi giorni o anche la prima settimana della vita di un gattino non rappresentano esattamente il periodo più adatto per mostrargli la casa e insegnargli certe cose. Ma non ci vorrà molto prima che questo periodo arrivi sul serio.
Molti studiosi concordano nel sostenere che la fascia di età più importante per la socializzazione di un gattino, durante la quale sono particolarmente recettivi, vada dalle 3 alle 9 settimane. Questo comunque non significa che debbano essere separati dalla loro mamma: si tratta del periodo in cui il micio identifica le sue figure di riferimento e comincia a costruire dei rapporti sociali con altri gatti, proprio a partire dalla terza settimana di vita.
Più o meno allo stesso tempo i gattini cominciano a considerare anche altri animali, inclusi quelli domestici con cui condivide la casa e ovviamente anche gli esseri umani, come dei compagni di vita. Questo però avviene soltanto se le loro interazioni con qualunque non-gatto avvengono in un ambiente che li fa sentire al sicuro e se rappresentano di base delle esperienze positive.
La socializzazione con esseri umani e, più in generale, con animali diversi dal gatto non dovrebbe cominciare più tardi della quinta settimana. Ma attenzione: se avete adottato un gattino più grande di 5 settimane e pensate di non potergli assicurare una buona socializzazione soltanto perché vi siete persi la fascia temporale più proficua per farlo, vi sbagliate di grosso.
Molti gattini vengono acquistati o adottati quando la loro età ha superato di gran lunga la soglia a cui ci stiamo riferendo, e in tal caso è probabile (nonché auspicabile) che questo processo sia stato curato almeno in parte nella struttura in cui si trovava in precedenza. Non dobbiamo però dare per scontato che essa sia adeguata o che sia stata ultimata: è importante chiedere sempre a chi vi ha affidato il cucciolo se ci sia qualche aspetto che è stato tralasciato o su cui si deve ancora lavorare per migliorare la sua socializzazione.
Per quanto le prime settimane siano essenziali per questo percorso, non dimenticate che il vostro gattino continuerà comunque ad avere tante altre esperienze nuove e a dover imparare come reagire ad esse anche molto dopo il loro primo anno di vita. Una buona socializzazione non si ferma quindi al compimento della decima settimana di età, soprattutto quando il cucciolo arriva in una nuova casa.
Socializzazione tra gatti
Abbiamo accennato poc’anzi all’importanza che ha per ogni cucciolo l’influenza della madre nella formazione della sua personalità, e lo spiegheremo in modo più approfondito in questa sezione.
La figura materna ricopre un ruolo di primaria importanza per qualunque cucciolo, poiché è osservando e imitando la madre in ogni attività della giornata, anche la più banale e ripetitiva, che egli impara a poco a poco i tipici comportamenti di un gatto adulto: scopre ad esempio da lei come usare la lettiera, come avvicinarsi per la prima volta a dei cibi solidi (iniziando il processo dello svezzamento) e come mangiare da una ciotola.
Ciò vale anche per i rapporti sociali: se mamma gatta va d’accordo con il cane di casa, anche i suoi piccoli lo accetteranno di buon grado considerandolo un elemento sicuro e affidabile del loro mondo e della loro famiglia (come del resto lo è la mamma stessa). Ma se lei reagisce con nervosismo o addirittura aggressività ogni volta che lui si avvicina, i cuccioli dedurranno da questo atteggiamento che di quel cane non c’è assolutamente da fidarsi, ed è una lezione che non dimenticheranno molto facilmente.
E che dire dei cuccioli stessi? È soprattutto tramite il gioco con i propri fratellini che essi insegnano e imparano al tempo stesso a comunicare e interagire, nonché a decifrare e utilizzare il linguaggio del corpo tipicamente felino di cui poi si serviranno anche con gli altri loro simili con cui hanno meno confidenza.
Va da sé che queste figure familiari e importantissime per la vita del cucciolo non sono in grado di guidarlo per l’intero processo di socializzazione: dovrete sempre entrare in gioco anche voi, e le cose si faranno ovviamente più complicate se il vostro micio è stato allontanato dal resto della sua famiglia prima di poter imparare almeno alcune delle lezioni di vita che abbiamo fin qui elencato.
Da dove cominciare: il gattino e la sua nuova casa
Le prime interazioni tra voi e il vostro gattino cominciano nel corso del vostro primo tragitto verso casa, con il cucciolo possibilmente al sicuro all’interno di un trasportino: lui può non vederla ancora in questo modo, ma insegnare a un cucciolo a viaggiare in uno spazio ristretto gli garantirà sicurezza e gli eviterà disagio in futuro, soprattutto quando dovrà recarsi dal veterinario.
Una volta giunti a casa, sistemate il vostro cucciolo in un’area circoscritta e non troppo spaziosa della vostra abitazione, che avrete precedentemente munito di cibo e di una lettiera, nonché di un comodo lettino in cui possa essere adagiato. La cosa più importante è però che si tratti di una zona tranquilla, al riparo da rumori improvvisi e dalla presenza di altre persone o animali che abitano con voi.
Concedete al vostro piccolo amico un paio di giorni per abituarsi alla sua nuova sistemazione: può essere molto stressante per lui essere bombardato continuamente da stimoli nuovi senza che abbia preso familiarità con l’ambiente nelle sue immediate vicinanze.
Quando comincerete a trascorrere del tempo in sua compagnia, inoltre, assicuratevi di effettuare movimenti lenti e dolci e di parlargli con tono di voce sommesso, tenendo a bada qualunque rumore di sottofondo che possa spaventarlo. Alcune persone, per rassicurare il gattino, hanno l’abitudine di avvicinare al micio un panno morbido in cui è avvolto un orologio, il cui ticchettio sommesso ricorderà al cucciolo il battito del cuore della madre.
Dopo qualche giorno provate a lasciare la televisione o la radio accesa in sottofondo, così che possa abituarsi al suono della voce delle persone. Se non avete altri animali domestici potete cominciare a fargli fare un primo giro della casa. È importante, in questa fase come in tutte le altre, saper rassicurare il micio ed evitare di sgridarlo per qualche reazione che considerate negativa: tenete a mente che soffiare o cercare nascondersi sono segno di paura, non di aggressività.
Socializzare con gli umani
Una volta che avrà preso confidenza con il suo piccolo spazio, sarà il caso di fare la conoscenza del resto della famiglia. È un momento che può destare molto entusiasmo soprattutto nei più piccoli di casa, ma è il caso di ricordare che per il gattino le prime impressioni (belle o brutte) contano molto.
Accertatevi quindi che i bambini sappiano come comportarsi con lui, come e dove accarezzarlo e che non si avventino sul micio non appena lo vedono, ma aspettino che sia lui ad avvicinarsi a loro. Evitate anche che gridino o litighino tra loro, o lo spaventeranno comunque. Se ciò dovesse succedere cercate di rassicurarlo, ma non afferratelo né costringetelo a tornare subito in loro presenza.
Socializzare con altri animali
Una delle fasi più complesse della socializzazione riguarda il rapporto tra il nuovo arrivato e gli altri animali domestici, poiché le loro reazioni sono le meno facili da prevedere e controllare. Il segreto per riuscire a fare tutto nel modo giusto è la pazienza: è indispensabile evitare di mettere l’uno o gli altri nella posizione di doversi difendere da un attacco.
Cani e gatti riescono spesso a imparare ad andare d’accordo, o almeno a mantenere un rapporto di pacifica convivenza senza arrivare ai ferri corti, ma questo non vale per tutti i cani o gatti e sicuramente non vale per altri animali che potreste avere con voi.
Fate attenzione quindi a tenere il cucciolo alla larga da conigli, topi, uccellini, pesci, piccoli rettili, porcellini d’India e altri animali che potrebbero rappresentare per lui delle prede: anche con le migliori intenzioni da parte vostra, l’istinto da cacciatore insito in ogni felino potrebbe comunque avere la meglio.
L’olfatto è uno dei sensi più sviluppati sia nei cani che nei gatti, ed è anche quello tramite il quale questi animali si conoscono e riconoscono. Per favorire ulteriormente lo sviluppo di un buon rapporto tra loro potreste accarezzare prima l’uno e poi l’altro, in modo tale che siano subito accostati a un elemento a loro già familiare.
Un momento di tranquillità
La tentazione di osservare un gattino in ogni sua attività, anche quando dorme, potrebbe essere molto forte, ma ricordate che anche lui ha bisogno della sua privacy. Assicuratevi che possa godere di uno spazio da considerare tutto suo, in un posto tranquillo (magari scelto proprio da lui) in cui possa rifugiarsi quando sente troppa attenzione su di sé o ha ricevuto troppi stimoli, e in cui non venga disturbato per nessun motivo. Lasciatelo mangiare, dormire e usare la lettiera per conto suo, poiché di solito si tratta di momenti in cui non è in vena di socializzare.
Tempo e pazienza
Non abbiate fretta di concludere la socializzazione del vostro micio, perché in realtà lui non smette mai di imparare. Quello che importa è raggiungere il punto in cui si sentirà al sicuro in casa propria e comincerà a scorrazzare qua e là, pronto a giocare, esplorare e lanciarsi per conto proprio alla ricerca di esperienze sempre nuove.