Il gattino randagio si solleva sulle zampe, sperando che qualcuno riesca finalmente ad aiutarlo – Video

Un atto di gentilezza cambia tutto

Il piccolo è ancora una volta lì. Stesso posto, stessa porta. Un batuffolo bianco, sporco di polvere e di strada. Il pelo arruffato, gli occhi enormi. Troppo grandi per quel corpicino. Troppo pieni di paura. Guarda dentro. Annusa l’aria. Il vetro riflette la sua piccola sagoma, sporca e arruffata. Sbatte le palpebre, stanco. Il gattino randagio si solleva sulle zampe posteriori, allungando quelle anteriori verso l’alto. Un gesto istintivo. Disperato. Come se fosse l’unico modo per farsi notare. Chiede aiuto. E qualcuno adesso lo vede.

Gatto bianco chiede aiuto

I volontari si avvicinano. Il gattino randagio, che solleva di nuovo le zampe, resta fermo. Il corpo è teso, pronto a scattare. Ma resta. Non scappa. Sa che è la sua occasione. Ma non è solo. Da qualche parte, nascosti tra il cemento e l’ombra, ci sono, infatti, i suoi fratelli. Due. Sperduti. Invisibili. Il primo lo trovano in un angolo, accovacciato su se stesso. Non oppone resistenza. Si lascia prendere senza lottare, senza nemmeno un guizzo di paura. Sembra quasi sollevato. Come se stesse solo aspettando.

Gatto bianco randagio

Il secondo, invece, è tutta un’altra storia. Sotto una macchina. Immobile. Lo vedono solo per un riflesso negli occhi spalancati. Il respiro è corto. Il corpo rigido. Incastrato tra la ruota e l’asfalto, schiacciato dal terrore. Non si muove. Neanche un battito di coda. Si fida solo del buio, della solitudine. È tutto ciò che conosce. I volontari si sdraiano a terra, allungano lentamente una mano. Lui sussulta. Trattiene il respiro.

I volontari adesso si abbassano. Lo chiamano piano. Non si muove. Aspettano. Lasciano che sia lui a decidere. Minuti infiniti. Poi un battito di ciglia, uno spostamento impercettibile. Si lascia sfiorare. Poi prendere. Ora sono insieme. Tre piccoli randagi, uniti dalla paura, ora finalmente uniti dalla salvezza. I volontari li avvolgono in coperte calde. A questo punto, li portano via. Cibo. Un letto morbido. Mani gentili. Per la prima volta nella loro vita. E, perché no, Magari, un giorno, una casa vera. Una famiglia. Un posto dove nessuno dovrà mai più chiedere aiuto.

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