Lei era Felicette, la prima gatta ad andare nello spazio (e a sopravvivere)
La gatta Felicette è passata alla storia per essere andata sullo spazio ed essere tornata sana e salva
Ci è capitato molto spesso di parlarvi di gatti pieni di talenti. I nostri quattrozampe, infatti, spesso sono incredibilmente sottovalutati, ma anche loro sono assolutamente talentuosi sotto moltissimi punti di vista. Proprio per questo motivo, alcuni di loro passano alla storia. Questo è proprio il caso della gatta Felicette, passata alla storia per essere andata nello spazio. Oggi ve ne parliamo.
Quando si parla di animali nello spazio, tutti ricordano la triste storia della cagnolina Laika mandata nello spazio e deceduta lì. Tuttavia, in pochi sanno che, in realtà, come riporta Wikipedia, nello spazio andarono anche un Gorilla e, per l’appunto, la gatta Felicette.
Felicette era una dei gatti che avevano in addestramento gli scienziati francesi destinata ad andare nello spazio. Sembra, tra l’altro, che lei non fosse nemmeno la prima scelta. Al suo posto doveva andare un altro gatto che, però, scappò prima della missione e per questo gli scienziati scelsero Felicette. Grazie a questa sostituzione, questa gattina passò letteralmente alla storia.
Il 18 ottobre 1963 alle 8:09 Félicette raggiunse lo spazio nel razzo-sonda Véronique AGI 47 (costruito a Vernon, in Alta Normandia). Come riporta Wikipedia, “La fase di accensione dei motori è durata 42 secondi, durante i quali il razzo ha raggiunto un’accelerazione di 9,5 g. La fase ascensionale è stata seguita da cinque minuti di assenza di peso, con il razzo che ha raggiunto una quota di 157 km dal suolo. Il rientro nell’atmosfera terrestre è stato caratterizzato da forti turbolenze.”
Nove minuti dopo il lancio, c’è stata l’apertura del paracadute nella fase di discesa. Il razzo che trasportava Felicette è atterrato 10 minuti e 36 secondi dopo il lancio.
L’esperimento è riuscito e la gatta è tornata viva e in salute sulla Terra. Tuttavia, per ragioni non ben chiare, gli scienziati ritennero opportuno praticarle l’eutanasia una volta tornata sulla terra.