I futuri genitori preparano la sedia per allattare il neonato, ma il gatto si convince che sia un regalo per lui
Questi umani hanno preparato la sedia per allattare il neonato, ma il gatto è convinto che sia un regalo per lui
Lo diciamo tantissime volte e abbiamo sempre più conferme: i gatti sono i padroni del mondo. E il gatto protagonista di questa storia, lo ha dimostrato: i suoi umani hanno preparato la sedia per allattare il neonato, ma lui era convinto fosse un regalo per lui!
Ai mici tutto è dovuto e il protagonista di questa storia, non è da meno. Kobe, è così che si chiama questo gatto, ha rubato il regalo che i suoi proprietari hanno preso per il neonato in arrivo.
Insomma, diciamola tutta, non è che lo ha rubato, era proprio convinto che fosse il suo regalo. Non ha pensato minimamente che potesse essere destinato a qualcun altro, ogni cosa che entra in casa è sua!
Ma i proprietari hanno acquistato quella sedia solo per usarla per allattare il neonato, il gatto deve aver frainteso e lo ha preso come un regalo personale. Che poi è proprio quello che fanno i mici: prendono tutto e pensano sia di loro proprietà!
Gli umani di Kobe hanno voluto raccontare questa storia a tutti i loro follower, così hanno condiviso un video sui social. E in pochissimo tempo il filmato ha fatto il giro del mondo: il quattro zampe ha rubato il cuore di tutti.
Kobe ha strappato un sorriso agli utenti del web proprio per la grande convinzione che ha avuto. La sedia per allattare era un’esclusiva del neonato, ma il gatto l’ha rubata convinto fosse un regalo per lui.
@phaedrap its Kobes room and we’re just intruding in it 🩵 🐈⬛
♬ Be my baby – 𝚄𝙽𝙸𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴 🪐
“La cosa che ho amato di più nel decorare la cameretta dei miei bambini è stata assemblare questa sedia da allattamento. E il mio gatto ha immediatamente pensato che l’avessimo comprata esclusivamente per lui“, si legge nella descrizione del video che ha fatto impazzire il web. Insomma, Kobe ha rubato un po’ di cose, ma in fin dei conti è lui il re della casa, quindi tutto quello che c’è è già suo.