Forse non lo sai, ma da sempre i gatti hanno dei luoghi (e un valore) speciale per la città di Roma

Da sempre i gatti randagi hanno dei luoghi e un valore speciale per la città di Roma. Una tradizione secolare che va avanti ancora oggi e che è iniziata ai tempi dell’antica Roma. È un legame indissolubile.

Forse non lo sapevi, ma a Roma i gatti sono sempre stati importantissimi. Una scoperta ne ha dato anche la conferma. A quanto pare, il legame tra mici e romani risale al V secolo, un tempo molto lontano.

La datazione del carbonio ha dato la prova di questo indissolubile legame. Nei Mercati di Traiano, infatti, era presente una colonia felina. Ma ci sono anche alcuni scrittori che hanno parlato del valore dei mici.

Trilussa e Belli scrivevano sonetti sui gatti e su Roma. Ma anche Gianni Rodari, lo scrittore italiano del XX secolo ha speso qualche parola per i quattro zampe. Li considerava gatti colti, che frequentano luoghi pieni si storia.

“Si riuniscono solo nei luoghi più celebri, come il Pantheon e il Foro“, scriveva Gianni Rodari. E ancora: “Sono poveri e rognosi. Ma i romani di Roma sanno la verità, e amano moltissimo i gatti di città“.

Dall’antica Roma fino a oggi, il rapporto della città con i gatti randagi non è mai cambiato. Anzi, probabilmente si è rafforzato. Ci sono tantissimi volontari attivi sul territorio che fanno il possibile per aiutare i randagi.

Oggi la città ospita più di 5.000 colonie feline registrate presso le autorità sanitarie di Roma, con diversi rifugi per gatti situati tra i siti storici della capitale. Il rifugio dei gatti più famoso di Roma si trova tra le rovine del sito archeologico di Largo di Torre Argentina, luogo in cui il 15 marzo 44 a.C sarebbe stato assassinato Giulio Cesare.

Il termine gattare viene proprio da questa città piena di storia e di meraviglie. Nella Capitale ci sono tantissime colonie nei luoghi più impensabili. Il legame secolare tra felini e romani è qualcosa di profondo e che si è solo rafforzato con il tempo.