Per colpa di quanto diamo da mangiare ai gatti in loro è cambiato qualcosa
Secondo i ricercatori è necessario educare le persone all'alimentazione dei gatti
Quando si tratta di gatti e alimentazione, molte persone potrebbero trovarsi davvero in difficoltà. Sì, insomma, potrebbe darsi che i nostri dubbi vertano principalmente sulle quantità. Quanto cibo dobbiamo dare ai nostri quattrozampe? Qual’è la giusta quantità di cibo, quella di cui hanno davvero bisogno? Ogni gatto è differente e, sicuramente i parametri variano in base all’età, al sesso e probabilmente ad altri fattori. A tale riguardo, però, ci sono dei fattori che vanno assolutamente messi in evidenza.
Infatti, la percentuale di gatti domestici in sovrappeso sembra aumentare sempre di più nel corso degli anni. Vi portiamo qualche dato: nel sondaggio 2022 dell’Association for the Prevention of Pet Obesity, i veterinari hanno classificato il 61% dei gatti che hanno valutato come sovrappeso o obesi. Precedentemente, nei sondaggi del 2018 e del 2017, il 60% dei gatti rientrava nella fascia sovrappeso o obesa.
Questi dati, dovrebbero essere per molte persone un vero campanello d’allarme. Le conseguenze del sovrappeso nei gatti. infatti sono davvero terribili. Oltre a quelle comunemente note, di recente è stato posibile mettere in evidenza come il sovrappeso vada ad intaccare direttamente il sistema digestivo dei gatti e la loro flora intestinale potrebbe davvero risentirne.
Si tratta del frutto di un esperimento, portato avanti dai ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign. “In conclusione, la sovralimentazione e il conseguente aumento di peso hanno ridotto l’ATTD, ridotto il GTT e causato cambiamenti nella comunità microbica fecale dei gatti adulti”, hanno scritto.
Sempre gli autori, poi, hanno aggiunto: “I professionisti e l’industria della cura degli animali domestici devono educare meglio il pubblico dei proprietari di animali domestici sul fatto che l’obesità degli animali domestici è una malattia con impatti dannosi significativi sia sulla qualità della vita che sull’aspettativa di vita”.
I risultati di questo interessante studio sono visibili su Journal of Animal Science. Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!