Perché il senso del gusto del gatto è così diverso da quello del cane?

Chiunque abbia sia un gatto che un cane, avrà avuto modo di notare una differenza radicale tra i suoi due animali: il cane non ha problemi a mangiare più o meno qualunque cosa (nella maggior parte dei casi), il gatto, invece, sarà molto più schizzinoso, proprio riguardo al cibo. Questo, ovviamente, avrà delle implicazioni pratiche notevoli. Vi siete, però, mai chiesti come mai succeda questa cosa? Come mai il gusto tra cani e gatti sia così differente? Oggi ne parliamo.

Troviamo che sia particolarmente utile soffermarci su questo argomento, sia perchè, come abbiamo detto poco sopra, ha delle implicazioni pratiche notevoli, ma anche perchè ad oggi ci sono state delle evoluzioni rispetto ad uno studio precedente di cui vi avevamo parlato. Infatti, solo qualche tempo fa vi avevamo parlato del fatto che molto probabilmente, tra i sapori che riescono a percepire i gatti c’è proprio l’umami, ossia il gusto “saporito” o aromatico. Questo gusto può essere percepito grazie alla presenza di un particolare “ingrediente”, il glutammato, che attiva alcuni ricettori del gusto sulla loro lingua.

Questa, che fino a poco fa era uno studio che aveva bisogno di ulteriori sviluppi, di recente ha trovato una conferma. Non solo. Come specifica National Geographic, nel DNA dei gatti (ma anche di tigri e ghepardi) è stata trovata una versione differente del gene Tas1r2, che insieme a un altro gene, il Tas1r3, permette di assaporare i cibi dolci.

Proprio per questo motivo, quando gli scienziati hanno posto 25 felini davanti alla scelta tra una ciotola con solo acqua e una con acqua addizionata con molecole che ricreassero il sapore umami, hanno tutti preferito nettamente l’acqua all’umami. Nello specifico, l’acqua contenente composti umami presenti nel tonno.

Insomma, se il vostro gatto non vuole mangiare i cibi che gli proponete, probabilmente è perchè nessuno di questi sapori è simile all’umami.

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!