Potrai anche non crederci, ma una volta un gatto è stato autore di uno studio (pubblicato) di fisica

Che i gatti siano animali particolarmente intelligenti è una cosa nota, ma avreste mai pensato che addirittura sarebbero in grado di scrivere degli articoli scientifici?

Siamo nel 1975 e, in uno studio pubblicato su una rivista scientifica, tra gli autori, compaiono due nomi: Jack H. Hetherington e F.D.C Willard. Fin qui, non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che il secondo nome che vi abbiamo citato, è il nome di un gatto.

Gatto sul libro
Pixabay

Non vi mentiremo e non vi terremo sulle spine: il gatto in questione non ha scritto uno studio di fisica. Ad oggi, per quanto intelligenti siano questi animali, non ci risulta che nessun gatto sia mai stato in grado di diventare un esperto in materie scientifiche al punto tale da poter scrivere un articolo. Il fatto che, tra gli autori di quello studio ci sia il nome di un gatto è dovuto ad una vicenda di certo curiosa che passiamo a raccontarvi.

Lo studio in questione, in realtà, era stato elaborato da Jack H. Hetherington, padrone del gatto. Nel momento in cui, però, doveva inviarlo alla prestigiosa rivista scientifica Physical Review Letters, un collega gli fece notare un dettaglio che avrebbe potuto spingere la rivista scientifica a rimandare indietro questo studio: l’intero testo era scritto usando il “noi”, ma la firma era di un solo autore.

A quel punto, Hetherington, avrebbe dovuto riscrivere l’intero testo utilizzando la prima persona singolare, ma non voleva assolutamente farlo: il suo obiettivo era troppo vicino per ricominciare da capo. Per questo elaborò una strategia tanto efficace quanto divertente: aggiunse il nome del suo gatto.

Gatto alza la zampa
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Infatti, F.D sta per Felix Domesticus (nome scientifico dei gatti), C per Chester (il nome del gatto) e Willard è invece il nome del padre di Chester. Questa strategia, di certo funzionò: l’articolo, infatti, venne pubblicato sul numero 35 di Physical Review Letters.

Ovviamente, il gatto non passò inosservato: diventò, di certo, una mascotte nel dipartimento in cui il suo umano insegnava all’epoca!

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