La gatta era rimasta intrappolata nella rete da pesca e purtroppo anche il suo gattino è finito come lei
Tale madre tale figlio: entrambi i teneri baffuti hanno vissuto lo stesso calvario
In Corea del Sud una gatta è rimasta intrappolata per un anno all’interno di una rete da pesca e così il suo piccolo. Episodi del genere non sono, purtroppo, poi tanto isolati, sicché l’odore di pesce attrae magneticamente i mici, che adorano peraltro divertirsi con le reti. Dopo aver notato la piccola mentre cercava, disperata, una via di fuga, una signora l’ha raggiunta. Ha cercato di liberarla, ma ben presto la felina si è ribellata, poiché spaventata. Temeva che l’estranea stesse sul punto di farle del male e la soccorritrice ha, perciò, battuto in ritirata. Avendo capito di non essere la benvoluta, ha deciso di lasciare in pace la quadrupede, a lavoro incompleto.
La gatta era in dolce attesa e ben presto ha messo al mondo il suo cucciolo. In teoria era, infatti, uno solo. Se ne dicevano convinti i passanti, tuttavia da successivi controlli ne è emerso un secondo, sebbene tenuto ben nascosto dal genitore. Temeva per la sua incolumità, dopo quanto era già capitato a lei e al primogenito. Entrambi hanno riportato delle dolorose ferite, a causa proprio della corda. Da brava mamma, la gattina intendeva risparmiare lo stesso supplizio al secondo membro della prole.
A ogni modo, non potevano andare avanti ancora per molto. Se nessun buon samaritano li avesse tirati fuori, avrebbero avuto i giorni contati. Del compito se ne sono presi carico dei volontari, interessati al benessere dell’intera famiglia. Per attirarli, hanno messo del cibo in una gabbia, destinata a chiudersi una volta non appena i felini avrebbero fatto il loro ingresso e così è in effetti stato. Escluse complicazioni, i salvatori li hanno condotto in uno studio veterinario, dove è stato loro riservato il miglior trattamento possibile.
Eseguiti gli opportuni controlli, i medici hanno accertato le condizioni di salute, piuttosto buone date le circostanze. Nutriti e accuditi, sapranno rimettersi in piene forze, a maggior ragione se una famiglia spinta dal buon cuore intenderà accoglierli a titolo definitivo. Quello sarebbe il coronamento di un’odissea, l’happy ending auspicato da tutti i gattofili che hanno conosciuto la storia.