Salvo all’ultimo minuto: in Turchia questo gattino ha rischiato molto più di quanto si possa pensare
Il gattino ha scampato per un soffio a una brutta, prematura fine
Secondo i dati ufficiali, il terremoto in Turchia e Siria ha provocato oltre 50 mila morti. Numeri da brivido, che rendono bene l’idea di quanto sia stato drammatico. La portata della calamità naturale ha messo in ginocchio intere popolazioni, costando numerose vite. Non ci sono abbastanza parole per descrivere quanto sia stato grave. Fortunatamente, c’è anche chi è stato un po’ più fortunato, compresi gli animali domestici. A distanza di una settimana dall’avvenimento la squadra delegata ha tratto in salvo un povero gattino, nei pressi delle rovine di un edificio a Osmaniye, in Turchia.
Piccolo e indifeso, il gattino non avrebbe resistito a lungo. Quand’era ormai spacciato, un’unità di soccorso lo ha recuperato, permettendogli di vivere ancora. In seguito, gli operatori hanno provato a rintracciare pure la madre. Nella speranza di salvarla, l’hanno richiamata a sé sia usando la voce del cucciolo sia con il cibo. Ahimè, nessuno ha risposto all’invito, segno che per lei non c’è stato nulla da fare. Per un miracolo il nascituro l’ha scampata e ci auguriamo possa, presto, trovare una sistemazione.
Le problematiche sofferte dalla comunità complicano le pratiche di affidamento e nei rifugi non tutti troveranno adeguato riparo. A chiunque deciderà di concedergli un’occasione, saprà ricompensare, con tanto di interessi, come affetto. Le tragiche circostanze della perdita della mamma e aver visto la propria sopravvivenza a serio repentaglio lo hanno di certo destabilizzato. E in principio lo stato di choc rimarrà. Ma con le giuste attenzioni e adeguata pazienza saprà rialzarsi. Perché la voglia di vivere è più forte di qualunque altra cosa.
Il ministero dell’Urbanistica turco ha esaminato oltre un milione di edifici successivamente ai movimenti tellurici. Quasi 200 mila hanno richiesto l’immediata demolizione. Il conteggio delle scosse sismiche ha superato quota 8 mila, come annunciato dal Ministro degli interni, Suleyman Soylu, di cui la prima, risalente allo scorso 6 febbraio, avente una magnitudo di 7.6. Il rapporto dei danni complessivi è superiore ai 100 miliardi di dollari (dati Nazioni Unite).