Gatti, perché piangono: cause e soluzioni
Un gatto che piange è una realtà consolidata e ben nota a chi vive a stretto contatto con un felino, non sono lacrime ma un miagolio persistente e continuo messo in atto per comunicare un disagio oppure una necessità. È fondamentale scoprire la causa di questa sua esternazione così da comprendere la motivazione che lo spinge a comunicare la sua tristezza emotiva, accorrendo prontamente in caso di bisogno. Per comprendere la causa è bene imparare a conoscere la tipologia di pianto, la tonalità ed i fattori esterni che possono incidere su questo comportamento: vediamo insieme quali sono.
Come piange un gatto
Il gatto non piange come gli umani ovvero non versa lacrime ma si concentra sull’esternazione di un miagolio persistente dall’andatura lenta, costante e che ricorda in parte il lamento sommesso di un bambino. La tonalità può essere sia alta che molto bassa e sommessa, ma sicuramente è pressante e molto triste. Come anticipato dagli occhi non scendono le lacrime quindi la loro presenza non è collegabile al pianto ma più probabilmente alla polvere o ad un corpo estraneo che infastidisce l’occhio.
Il pianto del cucciolo, le cause
Piangere è un comportamento innato dei cuccioli che lo utilizzano per comunicare sia con la madre che con il proprietario, una necessità che mettono in atto con costanza in particolare quando hanno fame. Ma i cuccioli di gatto possono piangere anche per altri motivi, ad esempio perché provano freddo, perché non stanno bene e sono malati oppure perché sono stati adottati da poco e si sentono spaesati. La pazienza è la soluzione più adatta da mettere in atto per rasserenare l’animo dei cuccioli, per tranquillizzarli offrendogli amore e coccole ma anche cure mediche se necessario.
Adozione e smarrimento
Il lamento potrebbe palesarsi subito dopo l’adozione e l’ingresso casalingo, il gatto si sente smarrito nel nuovo luogo e per questo comunica la sua angoscia. La mancanza di mamma e fratellini è tangibile, in particolare se è un cucciolo, ma anche gli amici del gattile o della colonia felina, tutto ciò che interrompe la routine consueta può favorire una forte sensazione di spaesamento. Per aiutarlo nell’inserimento è bene garantirgli cure, attenzioni, amore e molta pazienza.
Lutto e dolore
Anche il lutto e la perdita possono incidere sull’umore dell’amico, che sia un altro animale, un altro gatto oppure l’umano di fiducia non ha importanza. È l’assenza a colpire lo stato d’animo del gatto, in particolare se l’affetto ed il legame erano molto forti: piangere è la risposta al dolore provato.
Pianto e accoppiamento
Un animale non sterilizzato e nel pieno del periodo degli amori potrebbe lamentarsi fino a piangere, una sorta di richiamo per il partner in favore dell’accoppiamento. Il pianto potrebbe rivelarsi forte e intenso, piuttosto incalzante tanto da risultare fastidioso. Sterilizzare potrebbe rivelarsi la soluzione più adatta per evitare fughe, cucciolate indesiderate e malattie.
Età e malattia
Quando il pianto giunge all’improvviso è bene sondarne le motivazioni in particolare se il gatto si comporta in modo anomalo ad esempio isolandosi, mangiando troppo oppure rifiutando il cibo, rilasciando feci ed urina in modo inappropriato oppure rigettando. Il gatto potrebbe anche isolarsi evitando il contatto, tutti segnali tangibili di un malessere in atto e di una malattia. Se invece è particolarmente anziano potrebbe piangere durante le ore notturne, lanciando così una richiesta di aiuto per ritrovare la strada verso la cuccia oppure il letto.