Gatti arrabbiatissimi? Immagini, sintomi e motivi
L'idea comune dell'animale domestico è di un cucciolo tenero e carino? Bhè, non è sempre così: ecco qualche esempio di gatti arrabbiatissimi!
L’idea comune di un animale domestico è quella che lo descrive sempre carino e coccoloso? Sì, ma nella realtà non è sempre così: ecco qualche esempio divertente di gatti arrabbiatissimi. Vediamo qualche foto simpatica e il perché i nostri amici felini potrebbero arrabbiarsi con noi.
Gatti arrabbiatissimi? Sintomi e motivi
Per capire se i gatti sono arrabbiati con noi è importante percepire alcuni dettagli tipici del loro comportamento. Essendo il gatto un animale molto suscettibile e permaloso, potrebbe offendersi molto facilmente con qualunque nostro gesto o movimento che percepisce come ‘sbagliato’.
Non è sempre facile dunque capire quando stiamo facendo qualcosa che possa turbarlo. Come evitiamo di farlo arrabbiare? È quasi impossibile: l’unica cosa che possiamo fare è tenere sotto controllo il comportamento del gatto, per percepire e risolvere la cosa!
Imparare a capire i suoi movimenti, il suo corpo, il suo sguardo ci aiuterà anche a cogliere possibili situazioni di disagio, di arrabbiature, di malessere.
Vediamo ora qualche sintomo che ci porta a pensare che i nostri gatti possono essere arrabbiatissimi:
- orecchie all’indietro: questo è un segnale di difesa che ci informa di stare momentaneamente alla larga da lui. L’amico a 4 zampe è turbato da qualcosa e sicuramente in quell’istante non vuole avere niente a che fare con nessuno
- scopre i denti e ‘ringhia’: ebbene sì, come il cane, anche al gatto può capitare di grugnire. Lo fa per esprimere la sua disapprovazione. Saremo noi a dover imparare a distinguere le fusa intense e assorte dai grugniti dovuti a qualche incomprensione
- sguardo profondo e aggrottato: esattamente come gli umani, può capitare che il nostro gatto, se ce l’ha con noi, incupisca lo sguardo e strizzi gli occhi, come a voler sembrare quasi ‘minaccioso’ nei nostri confronti. Di solito si mette lontano da noi e ci osserva costantemente a distanza, per cercare di intimorirci
- ‘giocare’ a nascondino: nascondersi in luoghi ‘più sicuri’ aiuta i nostri amici a sentirsi protetti dai pericoli, che in questo caso potremmo essere noi. Notiamo che il gatto tende a nascondersi, però, non solo quando è arrabbiato, ma anche se è spaventato, preoccupato o triste. Sicuramente quando lo fa, c’è qualcosa che non va e che non va sottovalutato
- ignora completamente i padroncini: questo suo ‘sentirsi superiore’ può essere dovuto a mille fattori, il più comune la presenza di un estraneo, che sia un nostro amico o un altro animale. Il gatto sarà arrabbiato con noi perché si sentirà messo da parte e lui, in secondo piano, non ci vuole proprio stare!
Cosa fare in questi casi?
Il discorso è molto semplice: un gatto, se arrabbiato, ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi spazi. Come accade spesso anche agli umani, in un momento di tensione è importante far passare i nervi, smaltirli e poi razionalmente calmarsi. Più o meno funziona così anche per i nostri amici felini.
Ma cosa possiamo fare noi per cercare di farlo tranquillizzare e dimostrargli che possiamo fare pace, che può ancora fidarsi di noi? Concedergli tempo è importante, ma qualche piccolo passo verso di lui potremmo sempre farlo.
Spesso un gatto può risultare ‘aggressivo’ anche mentre gli stiamo facendo le coccole: una semplice carezza può diventare motivo di arrabbiatura. Il gatto, come detto sopra, è molto suscettibile, attento alla sua privacy e ai suoi spazi, ma anche tenerone: tutta questa dolcezza però va gestita, come e quando vuole lui!
Una coccola di troppo, un estraneo in casa, un altro animale che si impone sul territorio prima di sua proprietà può rendere i nostri gatti arrabbiatissimi. (Vediamo qui qualche consiglio sul comportamento fra gatti e come farli convivere). Avvertenza importantissima: non usare mai la violenza! Questa potrebbe solo peggiorare la situazione e il temperamento del nostro amico.
Comunque la tecnica migliore rimane quella di lasciarlo stare per qualche minuto, permettergli di rimanere in solitudine e aspettare finché non torna la calma.
Una volta calmo, possiamo avvicinarci a lui con delicatezza, pian piano, per fargli capire che non vogliamo attaccarlo. Un ottimo consiglio sarebbe quello di ‘abbassarci al suo livello’, che significa semplicemente sederci a terra vicino a lui: questo gli farà capire che non ci sentiamo superiori e non vogliamo sovrastarlo.
Vedendo questo atteggiamento, sarà lui ad avvicinarci sempre di più fino a venire da noi per fare pace. Un buon metodo per farlo venire da noi può essere il cibo: prendiamo qualcosa che stuzzica il suo palato e facciamogli vedere che quella prelibatezza è per lui.
Non tocchiamolo finché non si sentirà completamente e nuovamente sicuro vicino a noi: sarà lui ad avere il primo contatto con noi, strofinandosi e facendo le fusa! Questo è un segnale importante: ci dice che si sta di nuovo fidando di noi e vuole tornare ad essere nostro amico. L’arrabbiatura è passata.
Cos’è che serve in assoluto più di ogni altra cosa? Pazienza, tanta pazienza e amore.