Sully, il gattino salvato da un soldato in missione
Si chiama Sully il gattino protagonista della storia di oggi ed è un felino che ha davanti a sé una vita potenzialmente felice. Tutto, solo se la burocrazia riuscirà a fare il proprio corso.
L’altro protagonista della storia è Dan Brissey. Dan è un soldato americano che sta prestando servizio a Kabul, in Afghanistan.
Si trova in missione da diverso tempo e a Gennaio potrà finalmente tornare in Texas, dove ad attenderlo c’è sua moglie.
Le sue intenzioni non sono quelle di tornare da solo. Dan infatti durante la sua lunga missione ha stretto amicizia con un amico a quattro zampe, il gattino Sully.
Lo ha trovato appena nato tra le strade di Kabul, l’unico ad essere sopravvissuto tra i suoi fratelli.
Essendo da sempre un amante degli animali, Dan non se l’è sentita di lasciarlo lì. Sapeva che, senza l’intervento di qualcuno, quel piccolo felino avrebbe fatto la stessa fine dei suoi fratelli.
E così lo ha preso con sé, portandolo come prima cosa da un veterinario. Anche se decisamente debilitato e affamato, il felino stava tutto sommato bene.
L’unica cura di cui necessitava era qualcuno che lo portasse via dalla strada e si prendesse cura di lui.
E così Dan ha fatto. Ha tenuto Sully con sé durante tutta la missione, stringendo con lui un rapporto davvero speciale.
Ma a mano a mano che la sua partenza si avvicinava, Dan ha iniziato a preoccuparsi di che cosa ne sarebbe stato del suo amico a quattro zampe una volta che lui se ne fosse andato.
Sapeva che Sully avrebbe ricominciato a fare la vita da randagio, quella vita che ogni anno uccide tantissimi felini a Kabul.
Il soldato ha così deciso di rivolgersi alla No Profit Nowzad, un’associazione fondata da Pen Farthing che ogni anno aiuta tantissimi soldati a portare a casa gli animali conosciuti in missione.
C’era solo un piccolo problema: il viaggio di Sully costava tra i 3 e i 5 mila dollari, una cifra che Dan non poteva permettersi.
E così il soldato ha aperto una raccolta fondi, cercando di rendere la sua storia quanto più virale possibile. E raggiungendo il suo risultato, dal momento che sono stati raccolti molti più soldi del necessario.
Ciò che avanzerà dai costi di trasporto di Sully sarà utilizzato dall’associazione per aiutare gli altri animali randagi di Kabul. La speranza, adesso, è che la burocrazia faccia il resto.