Razze di gatti anallergici: 5 mici a prova di aerosol
Appena vediamo un felino a metri di distanza cominciamo a starnutire? Niente paura, non dobbiamo rinunciare al suo amore. Ecco le razze di gatti anallergici
La ricerca scientifica fa sempre passi avanti, ma se vogliamo risolvere il problema a monte prendiamo un felino tra le razze di gatti anallergici: come si suol dire, tagliamo la testa al toro (ovviamente in senso figurato, noi siamo animalisti a 360 gradi).
Quando si decide di adottare un amico a quattro zampe sono tante le valutazioni da fare, se siamo dei soggetti allergici però è bene sceglierne uno che non ci costringa a stringere un’amicizia a vita anche con cortisone e antistaminico.
L’allergia al gatto
Si tratta di una condizione piuttosto comune che coinvolge almeno un terzo della popolazione, producendo reazioni di vario tipo: dallo starnuto, al prurito, alla rinite fino all’asma. Contrariamente a quanto si possa pensare, a creare disagio non è il felino in sé o il suo pelo, ma una proteina presente nelle ghiandole sebacee.
La si trova sulla cute, nella saliva e anche nelle urine. In base al tipo di reazione, è possibile ricorrere a una serie di rimedi: dalla semplice distanza di sicurezza, alla terapia farmacologica, fino al vaccino. Chi non vuole rinunciare alla compagnia di Miao può rivolgersi al medico o ridurre i disagi. In questi casi è bene lavarsi sempre le mani dopo una sessione di coccole più o meno prolungata; limitare l’accesso del felino solo ad alcune zone della casa e mantenere l’ambiente il più possibile pulito.
Siberiano
Esiste però un’altra strada da percorrere: adottare un felino che appartiene alle razze di gatti anallergici. Tra queste, nonostante sia a pelo lungo, c’è il siberiano. Docile e affettuoso, ama giocare e farsi fare le coccole. Inoltre ha un manto vaporoso che necessita di cure costanti e frequenti.
Da cosa dipende la magia? Produce pochi quantitativi di proteina Fel D1, responsabile dell’allergia. Più che anallergico, è un felino ipoallergenico. Prima di sceglierlo definitivamente, è bene passare un po’ di tempo con i cuccioli, uno per volta, osservando la reazione data dalla loro vicinanza. Solitamente le femmine sono le candidate migliori perché con la sterilizzazione la produzione della proteina si riduce quasi a zero.
Norvegese delle foreste
Anche il norvegese delle foreste, nonostante il folto pelo, è un animale dall’impatto piuttosto basso in termini di allergie. È originario del Nord dell’Europa e ha un fisico robusto e statuario.
Si tratta di un felino solitario e in grado di adattarsi a ogni situazione. Contrariamente a quanto si possa pensare, però, è straordinariamente leale e riesce a instaurare un rapporto fuori dal comune con i membri della propria famiglia.
Balinese
Ha un manto molto affascinante; ricorda un po’ il gatto siamese ma a pelo lungo. Infatti ama le coccole e farsi spazzolare: per questo non sarà difficile occuparsi della sua igiene.
Tra le razze di gatti anallergici, ha un’indole giocosa e affabile; il balinese è un felino molto affettuoso, che adora condividere il proprio tempo con l’uomo, soprattutto se è colui che lo ha adottato.
Bengala
Tra le razze strane di gatti c’è il felino del Bengala, quello con il manto più affascinante (molto probabilmente). Si trova in questo elenco perché non provoca disagi a chi è sensibile alla proteina Fel D1.
Ha un aspetto ibrido molto particolare: è il risultato di un incrocio tra il gatto nero domestico e il leopardo. La muta è meno difficile da gestire rispetto agli standard, ha infatti una perdita di pelo relativamente bassa. È curioso, adora giocare e fare molto esercizio, per questo la sua adozione dovrà essere ben ponderata.
Devon rex
Il devon rex produce pochi quantitativi di proteina Fel D1, mentre la presenza di un pelo corto rende molto bassa la dispersione della stessa. Si tratta di un felino originario degli Stati Uniti, molto amabile e affettuoso.
Ama passare tanto tempo con il proprietario, giocando e facendosi collolare. Le orecchie, particolarmente grandi, richiedono cura e pulizia costanti.