La storia di Brolo, il paese dei gatti
Sapevate che in Italia esiste un vero e proprio paese dei gatti? Vi raccontiamo la sua storia tutta particolare.
Proclamarsi “paese dei gatti” è una bella responsabilità, certo, ma Brolo ha tutte le credenziali storiche e folkloristiche per poterselo permettere. Vediamo perché, scoprendone storia e caratteristiche in questo articolo.
Più che un vero e proprio paese si tratta in realtà di una frazione del comune di Nonio, in Piemonte, che sorge sulla sponda del lago Orta a un’altitudine di 420 metri. A impreziosire il paesaggio per chi si spingesse fino a qui, magari seguendo i percorsi di esplorazione offerti dal gruppo Girolago, c’è il monte Cregno. Ma soprattutto ci sono i gatti, come attesta il cartello che offre il benvenuto ai turisti.
La storia comincia il 10 ottobre 1756. Durante la seduta del Consiglio della Comunità, la piccola Brolo chiese la separazione, a livello ecclesiastico, dalla Parrocchia di San Biagio di Nonio e il permesso di diventare Parrocchia autonoma: i cittadini di Brolo promisero che avrebbero provveduto autonomamente a finanziare la loro chiesa, Sant’Antonio d’Abate, e che avrebbero saldato tutti i debiti con Nonio.
Tale richiesta fu accolta con scherno e liquidata con un motteggio: “Quand al vien parrocchia Brol / al ratt metarà su al friol”, vale a dire “Quando Brolo diventerà parrocchia, il topo si metterà il mantello”.
Tuttavia Brolo non si arrese, e il 27 aprile 1767 ottenne la sua vittoria: in tale data fu infatti firmato il decreto che avrebbe finalmente permesso l’edificazione della Parrocchia di Sant’Antonio Abate.
A qualcuno degli abitanti non doveva però essere andata giù la presa in giro subita in precedenza perché il giorno dopo, sulla porta di casa delle autorità di Nonio, venne trovato inchiodato un topo abbigliato con un piccolo mantello.
Proprio come i nostri beniamini a quattro zampe, insomma, gli abitanti di quello che sarebbe diventato il paese dei gatti avevano cacciato i topi. E se si vuole dare ascolto alle voci secondo cui Brolo decise di ingaggiare un certo numero di gatti perché cacciassero topi ed insetti che infestavano il borgo, allora il titolo è senza dubbio doppiamente meritato.
Nell’agosto 2006, dall’idea di alcuni abitanti, è nato questo piccolo monumento, senza dubbio adatto ad esprimere l’identità di Brolo. È possibile ammirarlo in un’aiuola della terrazza a lato della strada provinciale.
Inoltre, in occasione dell’uscita di un libro dedicato a Brolo, il borgo è stato tappezzato di piastrelle decorate a tema felino. Per quanto ne sappiamo queste piastrelle sono ancora lì, ad abbellire le strade e le case.
Non c’è che dire: vero e proprio paese dei gatti, Brolo grida al mondo, con orgoglio, la sua identità! E siamo sicuri che in quanto tale non manca nemmeno di gatti in carne e ossa…