Gatti ipoallergenici per persone allergiche entro i prossimi cinque anni
Dopo anni di studi clinici, ne è uscito che se i gatti non producessero la proteina, le reazioni allergiche non avverrebbero
Secondo i dati della rivista ‘Nature‘, la sensibilità a questi animali domestici è solitamente la seconda allergia più frequente in qualsiasi regione, solo dietro ai pollini o agli acari. Più del 15% della popolazione è allergica ai gatti. La reazione allergica è scatenata da una proteina chiamata Fel d1 , che è presente nella saliva e nelle ghiandole sebacee. Una nuova frontiera però è alle porte!
Dopo anni di studi clinici sull’immunoterapia negli uomini, gli scienziati si sono concentrati sui gatti stessi. Ne è uscito che se gli animali non producessero la proteina, le reazioni allergiche non avverrebbero.
Negli anni 2000, la società biotecnologica Allerca annunciò di aver creato il primo gatto ipoallergenico al mondo. Il prezzo per l’acquisto del felino erano piuttosto elevati, tra 3.600 e 26.000 euro. Le liste d’attesa per acquistarne uno molto lunghe, vista la grande affluenza, duravano fino a un anno. Questo è servito per dimostrare che la richiesta di gatti adatti a persone allergiche è molto elevata.
L’azienda biotecnologica, InBio, con sede in Virginia, in America, pensa di trovare una chiave entro i prossimi cinque anni. L’idea è appunto quella di progettare gatti geneticamente modificati per chi soffre di allergie. È una terapia genica che rimuove la proteina Fel d1 dal DNA felino attraverso la tecnologia di editing CRISPR.
Il progetto è molto particolare e sofisticato. Il dottor Brackett e i suoi colleghi di InBio affermano che il loro obiettivo è quello di applicare la terapia genica alle ghiandole dei felini adulti. E non quello di allevare direttamente animali ipoallergenici.
Sicuramente si tratta di un’innovazione molto discussa e controversa. Molti sono favorevoli, poiché negli ultimi anni le persone allergiche o sensibili al pelo del gatto sono in netto aumento, insieme a moltissime altre intolleranze.
É fondamentale infatti trovare il giusto compresso tra scienza ed etica, quando si tratta di questioni così delicate.
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