Manx: i segreti del gatto senza coda
Tra scienza e leggenda, sveliamo i segreti del gatto Manx e del suo particolarissimo aspetto fisico.
Quella del gatto Manx, chiamato così dall’isola britannica di Man da cui proviene, è una razza dalle origini misteriose. E ancora più misteriosa appare la sua caratteristica fisica più evidente e riconoscibile, che lo rende così famoso: l’assenza di coda, o almeno di una coda completa. A questa particolarità nel corso del tempo sono state attribuite diverse cause, alcune delle quali sono delle vere e proprie leggende. Ne parliamo in questo articolo.
Partiamo da una base scientifica ormai accertata: centinaia di anni fa, quando questi gatti popolavano solo la loro piccola isola e non erano diffusi nel resto del mondo, hanno subìto una mutazione genetica che ha generato gatti privi di coda (o parte di essa).
Si tratta di una mutazione spontanea, provocata probabilmente da generazioni e generazioni di endogamia in un’isola in cui la popolazione felina era non solo piuttosto ristretta ma dal patrimonio genetico ben poco variegato.
È anche un tipo diverso di mutazione rispetto a quella dei Bobtail Americani o Giapponesi, che pure presentano una coda solo “abbozzata” rispetto ad altri gatti. Nel loro caso il gene responsabile della mutazione è recessivo, mentre nel Manx è dominante.
Prima che la scienza ci venisse incontro per dare finalmente un senso a questo fenomeno un tempo inspiegabile, erano numerose (e senz’altro più affascinanti) le leggende che riguardavano questa razza di gatti, raccontandone le possibili origini e la comparsa di questo bizzarro dettaglio fisico.
Per quanto riguarda l’arrivo dei gatti sull’isola di Man, uno dei più antichi racconti locali narra di come nel XVIII secolo due galeoni spagnoli affondarono nelle sue vicinanze, portando via con sé il carico e gran parte dell’equipaggio. A bordo vi erano però anche numerosi gatti, tutti di tipo Rumpy (varietà di Manx completamente privo di coda), che riuscirono a salvarsi dirigendosi faticosamente sulla riva più vicina di Man. Ed è proprio qui che diedero origine alla prima colonia felina dell’isola.
Ovviamente però è l’aspetto di questi felini ad aver destato più curiosità e generato varie leggende e interpretazioni. La più antica di tutte risale è ambientata addirittura durante il Diluvio Universale: mentre Noè chiamava a sé gli animali destinati ad entrare nell’Arca, il gatto Manx era occupato a cacciare un topo, che aveva intenzione di portare con sé come prelibato spuntino per il viaggio.
Fu solo per miracolo, racconta ancora la leggenda, che a Diluvio già iniziato Noè avvertì la disperata richiesta di aiuto del gatto, che dopo aver rischiato di affogare (ecco spiegato anche perché questi animali avrebbero paura dell’acqua) riuscì a intrufolarsi nell’Arca. La porta si chiuse però mentre ancora stava entrando, mozzandogli la coda.
Esiste anche un’altra versione di questo mito, secondo cui sarebbe stato un cane a mordergli via la coda per dispetto una volta salito sull’Arca. Il povero micio, per tutta risposta, si sarebbe diretto a nuoto verso l’isola di Man per stabilirsi definitivamente lì.
Secondo un mito di origine celtica, invece, il primo Manx al mondo era in precedenza una leggendaria scrofa incantata di nome Henwen che per sfuggire all’ira di Re Artù si tramutò in un felino, ma la sua coda rimase accorciata come quella di un maiale.