Come si riconosce un gatto anoressico?
Gatto anoressico: come riconoscerlo e come identificare i segnali d'allarme per intercettare la presenza di un malessere o una malattia.
Come si può riconoscere un gatto anoressico, quali sono i segnali da non sottovalutare e che possono indicare uno stato di disagio? L’anoressia può colpire anche il felino di casa con un dimagrimento simile a quello umano, l’amico appare molto deperito perché non mangia. Il dimagrimento risulta molto evidente, il gatto continua a rifiutare il cibo e il nutrimento che gli serve per vivere serenamente.
Una condizione che lo renderà sempre più debole e apatico, tanto da mostrare difficoltà di deambulazione. Il proprietario deve vigilare e captare subito i segnali della condizione debilitante, monitorando il comportamento del gatto di casa. In particolare se persiste il rifiuto del cibo e il dimagrimento avanza in modo costante.
Temporeggiare non è utile, il proprietario dovrà chiamare subito il veterinario così da organizzare una visita tempestiva. Sarà compito del medico quello di osservare e monitorare il gatto, in modo da effettuare una serie di esami specifici così da intercettare la causa scatenante. E se il rifiuto del cibo è associato ad altre patologie colpevoli di rendere il gatto anoressico.
Anoressia felina, cos’è
Ma cos’è esattamente l’anoressia felina, come si manifesta e in che modo colpisce il gatto. Sono quesiti molto importanti che è bene porsi, in particola se il quadrupede dimagrisce in modo progressivo. Un gatto anoressico rifiuta il cibo, anche le prelibatezze più invitanti che spesso solleticano la sua curiosità. In particolare gli alimenti che lui ama di più ma che ora si trova a rifiutare.
A fronte di questa condizione fisica il gatto appare molto magro, abbattuto e fortemente deperito. Il dimagrimento potrebbe avvenire gradualmente e sfuggire all’occhio attento dell’amico umano, anche se un rifiuto costante del cibo più amato dovrebbe allarmare. In questo caso la condizione potrebbe risultare come fase finale di un disagio di tipo fisico, magari di una serie di patologie o problemi interni.
A differenza dell’uomo l’anoressia nei gatti appare più come un sintomo che prelude ad altro, non può essere ricondotta all’anoressia nervosa tipica dell’uomo. I gatti non possono soffrire di problematiche psicologiche al pari di quelle umane, ma sicuramente il dimagrimento è simile. A fronte del quale è necessario valutare il quadro generale e intercettare le cause scatenanti.
Quali sono le cause principali
Le cause principali dell’anoressia nel gatto possono essere tante e solitamente presentarsi in ogni momento della sua vita, ma in particolare durante la terza età. Ovvero quando il felino appare maggiormente debilitato, fragile e potrebbe cadere vittima di molteplici patologie. Come anticipato l’anoressia nel gatto è un sintomo, ecco le cause principali.
- Stress: i cambiamenti della routine quotidiana, una condizione di disagio emotivo o di maltrattamento sono tutte condizioni che possono portare il gatto all’anoressia. Il micio vive il tutto con ansia e angoscia, non mangia e dimagrisce.
- Malattia: il micio soffre di problemi dentali, infezioni al cavo orale o peggio ancora di malattie agli organi interni come ad esempio una forma tumorale. Condizioni che impediscono un’alimentazione normale a fronte di un forte dimagrimento.
- Calore: un gatto diventa anoressico anche per questioni sentimentali, ovvero l’amico è stressato perché vuole accoppiarsi e per questo non mangia. La sterilizzazione è spesso una valida soluzione che può tranquillizzare l’amico, ma anche prevenire la formazione di malattie e patologie.
- Non vuole mangiare: a volte anche la tipologia di cibo offerto potrebbe spingere il felino al rifiuto, specialmente se viene introdotto un nuovo alimento. Il gatto è un animale abitudinario e ogni minimo cambiamento può stravolgere la sua emotività.
- Avvelenamento: l’assunzione di prodotti tossici potrebbe spingerlo al rifiuto del cibo, in questo caso è importante consultare immediatamente il veterinario.
- Olfatto: urti, malattie, infezioni al naso sono un vero problema per Fufi che lo utilizza per ogni cosa, in particolare per intercettare e identificare il cibo.
- Patologie gravi: possono colpire il gatto di casa ad esempio problematiche epatiche, ai reni, al pancreas, all’intestino, ai reni e molto altro. Una debilitazione fisica che può ricadere sulla sua voglia di mangiare.
I sintomi da non sottovalutare
La stessa anoressia è un sintomo da non sottovalutare, il dimagrimento segnala la presenza di una problematica. Come abbiamo scoperto le cause possono essere tante e tutte da monitorare, consultando subito il medico di fiducia. Oltre alla perdita di peso è importante valutare i sintomi collaterali, che si presentano insieme al rifiuto del cibo. Tra questi possiamo identificare:
- La necessità di bere più del dovuto e conseguentemente un aumento dell’urina prodotta, tipico delle patologie che possono intaccare i reni ma anche dei gatti che soffrono di diabete.
- Il gatto anoressico appare anche letargico, privo di forza e di energia. Potrebbe presentarsi un rigonfiamento addominale e il micio soffrire di ittero alle mucose, condizione riconducibile alle problematiche di tipo epatico.
- Potrebbe rigettare oppure rilasciare feci molli, perché vittima della diarrea. Tipico delle malattie e delle infiammazioni intestinali.
- Deglutire con fatica, sbavando mostrando così problemi all’esofago oppure disidratarsi, apparire dolorante a causa di una problematica al pancreas.
Ogni anomalia comportamentale non consona alla condizione abituale è il segnale evidente di una problematica da non sottovalutare, che potrebbe sottolineare la presenza di una patologia anche grave. Intervenire tempestivamente è fondamentale per il benessere del gatto di casa e per la sua sopravvivenza.
Diagnosi e trattamento
Per una soluzione rapida è importante condurre il gatto dal veterinario che potrà effettuare una visita accurata, esaminandolo nel dettaglio. Eseguendo anche una serie di test specifici per intercettare la causa che ha favorito un evidente dimagrimento a partire dall’esame del sangue, seguito da ecografia o raggi x. Passando per esami più specifici che possono condurre all’operazione chirurgica d’urgenza.
Il medico potrà stabilire una diagnosi così da definire la cura più adatta, sottoponendo subito il gatto a una idratazione attraverso endovena. Sottoponendo l’amico a un percorso specifico utile a fargli riguadagnare peso, energia e benessere ma principalmente intercettando la causa scatenante. L’improvvisazione non serve e non è utile, è importante agire in modo rapido chiedendo consulto al veterinario di fiducia.
L’unico che potrà suggerire la cura migliore per il quattro zampe di affezione così da ripristinare la condizione iniziale di salute, prolungando l’aspettativa di vita e la qualità della stessa.